Figli di Abensur
Soprannome: Studiosi.
Provenienza:
Tramite empi rituali, il primo vampiro della stirpe di Abensur, ovvero Abensur stesso, riuscì ad entrare a far parte del mondo vampirico; proveniente dalla Transilvania, il clan degli “Studiosi” nacque e si affermò e, tramite l’encomiabile malvagia capacità del suo fondatore, riuscì a prendere i poteri di un vampiro molto potente, grazie ai quali fondò poi il clan.
Le circostanze che permisero ad Abensur di assumere il potere di questo vampiro sono ignote, ma alcuni affermano che sia stata la stessa vittima a consentire la propria fine.
Nei secoli successivi il clan, dopo un'iniziale espansione numerica, fu impegnato in una difficile guerra di lotta ed espansione territoriale contro vari clan vampirici, dalla quale uscì decimato, ma con lo “stemma” di Clan.
Struttura del Clan:
I Figli di Abensur hanno una gerarchia molto chiusa e fondata sul lavoro e lo studio. I nuovi giunti assumono il nome di apprendisti, e sono tali coloro che sono stati abbracciati da poco e conoscono quasi nulla del mondo delle tenebre, della sanguineus e dei poteri del sangue.
Spesso, gli apprendisti vengono chiusi all'interno del dominio del clan, affinché non vengano sfruttati da vampiri più anziani. Poco sopra gli apprendisti vi sono i novizi; può capitare che essi conoscano già qualche rituale basilare, ma sicuramente hanno già imparato ad usufruire dei poteri derivanti dal sangue, conoscono il mondo notturno e sono già in grado di camminare liberi per le strade senza timore.
Più in alto, nella scala gerarchica del clan, vi sono i reggenti; essi sono i maestri delle regole base del mondo della notte e, spesso, vengono loro affidati 2 o 3 novizi da controllare e seguire. Sopra di loro vi è il maestro; egli insegna i rituali a seconda dell'importanza nella città del vampiro, ed è a lui che bisogna fare rapporto se qualcosa succede in città.
In genere vi sono 4 maestri, responsabili di più reggenti.
Infine, sopra i maestri, vi è il Gran maestro dell'ordine, ruolo che spesso compete al primogenito del clan.
Egli è responsabile dei 4 maestri e dirige dall'altro l'operato dei Figli di Abensur tutti.
Vi è un forte legame tra i Figli di Abensur, che va al di là della volontà di ogni singolo fratello.
L’infante del clan, al momento dell'abbraccio, viene generalmente nutrito da un calice chiamato"delle catene", contenete il sangue dei 4 maestri e del Gran maestro dell'ordine.
All’interno del clan, il permesso di agire deve essere chiesto al legittimo responsabile (per un apprendista e un novizio ad un reggente; per un reggente ad un maestro; per un maestro al Gran maestro dell'ordine).
I membri del clan riuniti sotto un unico responsabile sono dovuti a rispondere soltanto a lui delle proprie azioni: in parole povere, un maestro non può dare ordini a un novizio che si trova sotto la responsabilità di un altro maestro.
Un problema di un novizio è un problema del suo maestro e dell'ala del suo maestro.
Un problema di un maestro o del Gran maestro dell'ordine, è un problema di tutto il clan.
Carattere tipico:
Un Figlio di Abensur ha un carattere silenzioso.
Egli ama riflettere su ciò che sente o conversare su fatti curiosi, almeno al punto di suscitare la curiosità di chi colloquia con lui. Il temperamento di un Adoratore non è arrogante, tuttavia spesso prova un certo disgusto per chi non comprende con arguzia.
Un Figlio di Abensur, non essendo un combattente, evita situazioni di lotta, a meno che non abbia qualcosa da guadagnare per se, per il clan, per persone a lui care, o ancora per mestiere.
Un Adoratore di Akasha non si interessa degli altri, i suoi alleati durano poco, il tempo di essere sfruttati. Infatti lo “studioso” tende sempre a dimostrarsi amichevole e aperto verso chi lo interessa, con il solo scopo di avvicinarlo e sfruttarlo.
Un Figlio di Abensur è effettivamente interessato a ricoprire ruoli di rilievo nella società, ma semplicemente per il fatto che vuole tenere sotto controllo la situazione, non per un effettivo senso di bisogno di potere.
Un appartenente al clan è comunque molto aperto verso i membri del proprio clan, tuttavia interpreta verso gli stessi quasi un tono di sfida, in quanto tenta sempre di dimostrare di essere migliore, di essere più capace di affrontare le varie situazioni o conosce più cose.
Nonostante ciò, i membri del clan son molto aperti e protettivi verso i nuovi e più deboli membri dello stesso.
Stile e gusti:
Gli "Studiosi" adorano lavorare avvolti in pesanti mantelli a meno che non ricoprano ruoli “societari” che glielo impediscano ma che sono ruoli di importanza strategica.
I personaggi più importanti del clan spesso hanno un mantello con colori freddi, mentre gli altri con colori caldi.
Nascosto sotto il pesante mantello vi è una tunica, lunga fino alle caviglie, con molti ghirigori, forse segni magici, con colori macabri, come il nero, il rosso annacquato o il verde mare profondo.
Portano, spesso, amuleti, ciondoli, generalmente più di uno, appesi al collo su catenine argentee (raramente camuffati in altro modo).
La vita di un membro del clan è dedita, quasi esclusivamente, allo studio.
L'obiettivo principale di uno “Studioso” è migliorarsi, qualunque sia il campo: politico, tattica militare, tattiche intimidatorie, etc. Per questo motivo gli “Studiosi”, spesso, si possono trovare in cappelle, o biblioteche. Posti, comunque, dove possono studiare, al riparo della luce del sole.
Agli "Studiosi" non basta la condizione immortale di vampiro, continuano a cercare un modo per evolversi ulteriormente.
La loro materia di studio preferita resta, tuttavia, la magia. Cercano di portarla nel mondo della notte, superando le regole che vigono nell'oscurità.
Per questo studiano incessantemente il sangue e i poteri che esso può donare.
Per quanto riguarda il loro rapporto con gli altri sono piuttosto asociali.
Non si fidano molto di altri vampiri esterni al clan o, comunque, di altre creature in genere.
Hanno completa fiducia nella loro arte e preferiscono riuscire da soli in qualsiasi situazione.
Gli “Studiosi”amano sfruttare. Non esiste amico, non esiste alleato, esistono soltanto creature da sfruttare.
Vogliono raggiungere i punti più alti della società, sia di quella mortale che di quella vampirica, e, spesso, riescono a raggiungere con la loro forza di volontà indomabile vette piuttosto elevate.
Peculiarità fisiche:
La corporatura di un vampiro dei Figli di Abensur è spesso asciutta, abilitata di anni di studio, eppure possiede un'aria sinistra e di imponenza. Il suo sguardo ormai non trasmette più alcuna emozione, che hanno imparato a nascondere nel proprio io. I membri di questo clan non hanno alcuna peculiarità fisica straordinaria, se non il fatto che non sono troppo muscolosi, ne adatti al combattimento. Amano tuttavia conservare attorno a se una strana aura di mistero.
Difetto di Clan:
Fuoco scaccia Fuoco
A causa del suo sangue il vampiro riceve il doppio dei danni da ogni attacco da fuoco o da luce solare che riceve, se bagnato, immerso nell'acqua o sotto la pioggia o neve non potrà utilizzare le abilità attive di tutte le discipline in sua conoscenza e se immerso completamente nell'acqua dopo 3 turni entrerà in stato Ferale finchè non riuscirà ad uscirne.
Motivi dell’abbraccio:
I Figli di Abensur, quando scelgono molto attentamente i loro Infanti. Spesso studiamo da lontano il loro modo di agire, e prediligono quelli che raggiungono i loro scopi unicamente con l'aiuto dell'intelligenza, senza l'uso di forza bruta. Un altro fattore che condiziona l'abbraccio sono le conoscenze dell'Infante. Spesso vengono prediletti membri di famose università, studiosi dell'occulto, astronomi, o via dicendo; raramente viene abbracciato qualcuno devoto all'utilizzo di armi, anche se successivamente, un membro del clan, potrebbe imparare ad usare armi per la propria difesa. Non vengono disdegnati nemmeno i politici o quelle persone che si sono distinte per imprese memorabili (o almeno considerabili tali agli occhi del clan), come una persona che si è liberata di un avversario senza sporcarsi le mani o una persona che si libera di un impiccio abilmente, usando il cervello. In sostanza, un clan fondato sull’intelligenza.
Abitudini e rifugio:
Cosa c'è di meglio, per rifugio, di una cappella o di una biblioteca? In base a tale filosofia, vi sono generalmente due tipi di rifugio graditi ad un Adoratore di Akasha: il primo è una biblioteca, classica, ben organizzata, trattante argomenti vari. Ciascun rifugio tuttavia ha, nel seminterrato, alcune stanze per gli apprendisti, i maestri ed il capomastro dell'ordine, mentre spesso novizi e reggenti non vivono nella biblioteca.
Il secondo tipo di rifugio gradito è la cappella, strutturata invece verso l'alto.
Una biblioteca immensa al primo piano, con stanze sul perimetro, spesso circolare, dove si ritrovano a studiare e fare lezioni i singoli gruppi di studio e gli apprendisti.
Verso il basso ci sono segrete dove si conducono esperimenti tra i più svariati, oppure si imprigionano creature sperimentali, nemici o membri del clan che hanno commesso crimini particolari verso l’ordine.
Al secondo piano, si trova la stanza del capomastro dell'ordine, una grande stanza circolare con numerose biblioteche sulla circonferenza e numerosi tavoli quadrati per la stanza.
Le finestre della cappella, spesso sono aperte per dare una facciata di vita al mondo di luce, ma i raggi del sole vengono fermati da particolari incantamenti.
Pensiero tipico:
Un Figlio di Abensur non ha limiti, se non l'eccessiva fedeltà al clan. Il pensiero di uno “studioso” è di raggiungere i propri scopi senza sporcarsi le mani. Il bersaglio ultimo, spesso, non è solo raggiungere un obiettivo, ma trovare nuove vie, nuovi metodi per sfruttare e superare le proprie capacità.
Un Figlio di Akasha non ha problemi a scappare, soprattutto da nemici immortali... ha tutto il tempo che vuole per preparare una vendetta. Il suo punto di forza resta la conoscenza e lo studio, se c'è un contrasto con un nemico troppo forte, tenta di intimidirlo o mandarlo via.
Un Figlio di Abensur è aperto verso quelle vacche che cercano conoscenza per motivi particolari,ed è aperta ad aiutare vampiri che necessitino del loro aiuto, se c'è qualcosa da ricavarci. Tuttavia, anche se non ci ricavano nulla, accettano, spesso perchè si sentono indispensabili per la missione e quindi superiori.
Citazione:
“Non moriremo mai...
Il senso è tutto qui...
Ci piace quest'idea di eternità...
non verità...”